Nulla mi lega a nulla.
Voglio cinquanta cose allo stesso tempo.
Bramo con un'angoscia di fame di carne
quel che non so cosa sia-
definitivamente l'indefinito.
dormo irrequieto e vivo in un irrequieto sognare
Di chi dorme irrequieto, mezzo sognando.
...Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno...
Ieri ho pesseggiato per le strade come una qualsiasi persona.
Ho guardato le vetrine spensieratamente
E non ho incontrato amici con i quali parlare.
D'improvviso mi sono sentito triste, mortalmente triste,
così triste che mi è parso di non poter
vivere un altro giorno ancora, e non perché potessi morire o uccidermi,
ma solo perché sarebbe stato impossibile vivere il giorno dopo e questo è tutto.
Fumo, sogno, adagiato sulla poltrona.
Mi duole vivere in una situazione di disagio.
Debbono esserci isole verso il sud delle cose
Dove soffrire è qualcosa di più dolce,
dove vivere costa meno al pensiero,
e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al sole
e svegliarsi senza dover pensare a responsabilità sociali
né al giorno del mese o della settimana che è oggi.
Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale
che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
F.Pessoa
A cosa serve? E cosa deve servire?
Abbozzo pallido e lieve
del sole invernale che ride sul mio letto…
Vago sussurro breve.
Delle piccole voci con cui il mattino si desta,
della futile promessa del giorno,
morta sul nascere, nella speranza assurda e remota
nella quale l'anima confida.
F.Pessoa
«L'eteronimia non è altro
che la vistosa traduzione in letteratura
di tutti quegli uomini
che un uomo intelligente e lucido
sospetta di essere»
Ebbi sempre, da bambino, la necessità di aumentare il mondo con personalità fittizie, sogni miei rigorosamente costruiti, visionati con chiarezza fotografica, capiti fin dentro le loro anime. Non avevo più di cinque anni, e , bimbo isolato e non desideroso se non di stare così, già mi accompagnavano alcune figure del mio sogno, un capitano Thibeaut, Chevalier de Pas e altri che ho dimenticato […]. Ciò sembra la semplice immaginazione infantile che si diverte con l'attribuire vita a fantocci e a bambole. Era però qualcosa di più: io non avevo bisogno di bambole per concepire intensamente quelle figure. Chiare e visibili nel mio sogno costante, realtà esattamente umane per me, qualunque fantoccio, poiché irreale, le aveva sciupate. Erano gente.
…Questa tendenza non passo con l'infanzia, si sviluppò nell'adolescenza, si radicò con la crescita, divenne alla fine la forma naturale del mio spirito. Oggi ormai non ho personalità: quanto in me ci può essere di umano, l'ho diviso tra gli autori vari della cui opera sono stato l'esecutore.sono oggi il punto di riunione di una piccola umanità solo mia.
…E così mi sono fatto, e ho propagato, vari amici e conoscenti che non sono mai esistiti, ma che ancora oggi, a quasi trent'anni di distanza, io ascolto, sento, vedo. Ripeto: ascolto, sento, vedo…E ne ho nostalgia
Come che sia, l'origine mentale dei miei eteronimi sta nella mia tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione. Questi fenomeni, fortunatamente per me e per gli altri, in me si sono mentalizzati; voglio dire che non si manifestano nella vita pratica, esteriore e di contatto con gli altri; esplodono verso l'interno e io li vivo da solo con me stesso.
F.Pessoa
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.
F.Pessoa
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
Gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.
F.Pessoa
Uno spazio bianco si riempie man mano di parole, ed è la prima pagina di un libro, una lettera scritta con inchiostro che non lascia traccia, un antico marmo dissepolto inciso di caratteri ermetici...
Chi sogna si sforza di leggere le parole, se riuscirà a decifrarle avrà una risposta alle domande decisive che lo riguardano.
Ma le parole non si afferrano, sono distorte, ondeggianti, viste come attraverso uno schermo d'acqua.
Chi sogna sa di sognare, eppure questo non lo rassicura.
Il petto squarciato,
affondo le mani,
dentro di me.
Ti cerco,
so che ci sei,
ma non so dove.
Nascosta,
silente,
domini la mia vita,
mi apri alle gioie,
mi tormenti con l'angoscia.
Senza di te non sarei
che un manichino di carne,
ossa con la polpa intorno
che si consumano in una vita
che solo tu mi concedi.
Anima mia,
fuoco che ardi senza fiamma,
fatti trovare,
fa che anche tu non sia
uno dei tanti inganni
che l'uomo crea
per avere un passaggio
per l'eternità.
R.Montagnoli
Parole solo parole
disperse dal vento
pochi versi
il riflesso di un tormento
urla soffocate
sogni cancellati
solitudini d'ogni giorno
tutto tace
e nemmeno l'eco ritorna.
Parole persenell'infinito
non c'è più voce
solo un ultimo grido strozzato
un rauco lamento
un impercettibile soffio di vita
subito disperso
dal vento.
R. Montagnoli
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