sabato 3 novembre 2007

Isacco



Non chiamarmi codardo

Padre di questa terra

Non chiamarmi non credente

Se ho pensato un momento

( Che Dio non ci amasse )

Che nel tuo destino di vecchio

E nel mio troppo giovane

Altro non potesse volare

Che un angelo in ritardo

Nella gravida notte

Madre nostra perenne

Come figli e fratelli ascoltammo

L'astuta domanda

«Uccidi uccidi-lo uccidi-mi»

Non qualche stolido agnello

Non tutto il genere umano

- precisava nel vento la eco-

E un indice freddo segreto

La guidava fra le sponde rocciose

Ed i conati di foglie

E la tua mente già pronta

Ai popoli avversi

Le tue braccia protese

A correggere il mondo

I tuoi occhi già volti

Quattro volte all'orizzonte

E tu libero dunque – tu fiero

Tu venisti ridotto a destino

A padre vero di mille moltitudini

Invecchiato al di sopra del tempo

Quando la eco mi rinvenne

Colpendo esultando il mio corpo

Come avesse ripreso la fonte

Riparo nel covo natio

La sua primigenia parola

Detta dovunque dalla mia carne

O padre

fui forse io

Nel vento

A parlare (?)

La mia voce di ritorno

Da un grembo più grande

Se riconobbi nel cuore

Quell'ordine supremo

E a dispetto di te

Mio terreno atterrito fattore

Stetti muto e mansueto

Come chi renda un fragile dono

Sulla cima del monte

Già incriminata d'aurora

Preparasti l'altare

Per la cruna più assurda

«Uccidimi ora»

dalla mia bocca finalmente

la parola ricongiunta sigillata

con anima e saliva

il verbo al quale obbedisco

pagando il prezzo

Che il tempo richiede

Per congiurare con Dio-

Un Dio che su noi fa le prove

Della sua mortalità

Di una qualche venuta a venire

Che ancora non capisco-

L'eternità fra le cose

Come tempo a ritroso

Nel figlio che muore

Nel padre che lascia morire-

Ora ti è possibile tutto -Abramo-

Non hai orizzonti a fermarti,

solo dal cielo attendiamo

Il nuovo esatto confine

l'angelo che ci dica

Dove comincia Dio

Fin dove arriva per noi

Questo essere uomo.


A.Esposito


2 commenti:

Alberto ha detto...

PRIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...
:-D

Bella.
Forse un po' troppo lunga, ma bella.

Isacco è l'emblema della fede a prescindere.
Un figlio che accetta che il padre lo sacrifichi, perché crede nelle cose in cui crede lui...
E riceve il suo giusto premio: una vita lunga, feconda e felice.

Mi piacerebbe che la mia fede fosse forte come lo era la sua. Mi piacerebbe sentirmi Isacco.

Un abbraccio biblico :-)

Penelope ha detto...

@Alberto:La buona volontà ti aiuta a rimanere nelle mani di colui che ti ha creato.
Di’: «Il mio Dio lo vuole, egli mi reggerà, egli mi sosterrà». Abbandonati a lui, non credere che ci sia il vuoto quasi che tu dovessi precipitare;
non t’immaginare una cosa di questo genere.
Egli ha detto: «Io riempio il cielo e la terra».
Mai egli ti mancherà; non mancargli tu, non mancare tu a te stesso."

Agostino, Esposizioni sui Salmi, 39,18(27)

Un abbraccio fiducioso