In questo periodo di regali, di pacchi e pacchettini, mi sono chiesta in cosa consista il Dono, ma quello Vero, quello sofferto.
Mi sono chiesta quanto io sia capace di dare , stimolata in questa riflessione da una iniziativa tenuta in questi giorni nel mio paese, cioè quella dell'adozione a distanza di cui si occupa l'associazione, di cui riporto il link: http://www.amiciguatemala.it/.
Adottare un bambino a distanza è un grande atto di generosità verso gli altri, può sembrare semplice, ma non lo è, abituati come siamo a pensare solo a noi stessi e al nostro benessere.
In mio aiuto, oltre ovviamente alle Sacre Scritture, viene il brano di Gibran che parla proprio del Dono, di quanto sia importante donare agli altri, non quello che siamo capaci di dare, ma quello che non penseremmo mai di poter donare.
In primis, IL DONO DI NOI STESSI e della nostra vita e poi il dono di tutto ciò che abbiamo, la nostra capacità di privarci di qualcosa che riteniamo essenziale...
E' questo il vero dono...
" Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?
Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete?
Anche i peccatori fanno lo stesso.
E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete?
Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla,
e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo...
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”Dal Vangelo secondo Luca (6,27-36)
Allora un uomo ricco disse:
Parlaci del Dare.
E lui rispose:
Date poca cosa se date le vostre ricchezze.
È quando date voi stessi che date veramente.
Che cosa sono le vostre ricchezze
se non ciò che custodite e nascondete nel timore del domani?
E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo previdente che sotterra l'osso nella sabbia senza traccia,
mentre segue i pellegrini alla città santa?
E che cos'è la paura del bisogno se non bisogno esso stesso?
Non è forse sete insaziabile il terrore della sete quando il pozzo è colmo?
Vi sono quelli che danno poco del molto che possiedono,
e per avere riconoscimento,
e questo segreto desiderio contamina il loro dono.
E vi sono quelli che danno tutto il poco che hanno.
Essi hanno fede nella vita e nella sua munificenza,
e la loro borsa non è mai vuota.
Vi sono quelli che danno con gioia e questa è la loro ricompensa.
Vi sono quelli che danno con rimpianto e questo rimpianto è il loro sacramento.
E vi sono quelli che danno senza rimpianto né gioia e senza curarsi del merito.
Essi sono come il mirto che laggiù nella valle effonde nell'aria la sua fragranza.
Attraverso le loro mani Dio parla,
e attraverso i loro occhi sorride alla terra.
È bene dare quando ci chiedono,
ma meglio è comprendere e dare quando niente ci viene chiesto.
Per chi è generoso, cercare il povero è gioia più grande che dare.
E quale ricchezza vorreste serbare?
Tutto quanto possedete un giorno sarà dato.
Perciò date adesso,
affinché la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi.
Spesso dite: "Vorrei dare ma solo ai meritevoli".
Le piante del vostro frutteto non si esprimono così né le greggi del vostro pascolo.
Esse danno per vivere, perché serbare è perire.
Chi è degno di ricevere i giorni e le notti,
è certo degno di ricevere ogni cosa da voi.
Chi merita di bere all'oceano della vita,
può riempire la sua coppa al vostro piccolo ruscello.
E quale merito sarà grande quanto la fiducia,
il coraggio, anzi la carità che sta nel ricevere?
E chi siete voi perché gli uomini vi mostrino il cuore,
e tolgano il velo al proprio orgoglio così che possiate vedere il loro nudo valore
e la loro imperturbata fierezza?
Siate prima voi stessi degni di essere colui che da
e allo stesso tempo uno strumento del dare.
Poiché in verità è la vita che da alla vita,
mentre voi, che vi stimate donatori,
non siete che testimoni.
E voi che ricevete – e tutti ricevete –
non permettete che il peso della gratitudine imponga un giogo a voi e a chi vi ha dato.
Piuttosto i suoi doni siano le ali su cui volerete insieme.
Poiché preoccuparsi troppo del debito è dubitare della sua generosità
che ha come madre la terra feconda,
e Dio come padre.
Kahlil Gibran