venerdì 27 giugno 2008

Stanchezza



Quello che c'è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e cio' che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza,
questa stanchezza,
stanchezza.
C'è senza dubbio chi ama l'infinito,
c'è senza dubbio chi desidera l'impossibile,
c'è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perchè io amo infinitamente il finito,
perchè io desidero impossibilmente il possibile,
perchè voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere...
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita...
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza...


da Poesie di Alvaro de Campos

2 commenti:

digito ergo sum ha detto...

delicata amica virtuale, proprio oggi stavo riflettendo sul fatto che, per arrivare a certi livelli, occorre essere "oltre". Liberi, nel pensiero e nell'arte di vivere (sempre pensando). Sono giunto alla confortante sensazione che non è che siamo indietro noi, è che per essere davvero "oltre" ci vogliono due vite. la prima per concepire il modo di essere "oltre", la seconda per metterlo in pratica e l'altra per correggere gli inevitabili errori.

Come? Sono tre vite? Diamine... allora è allarmante...

Ti abbraccio

Alberto ha detto...

Sono felice di aver letto che questo post è stato superato da un rinnovato entusiasmo. ;-)

Dio ha un progetto e tu ne fai parte, senza dubbio.

Un abbraccio fiducioso :-)