venerdì 6 giugno 2008

La grotta azzurra

Era un uomo povero e semplice. La sera, dopo una giornata di duro lavoro, rientrava a casa spossato e pieno di malumore.
Guardava con astio la gente che passava in automobile o quelli seduti ai tavolini del bar.
"Quelli sì che stanno bene", brontolava l'uomo,pigiato nel tram, come un grappolo d'uva nel torchio. "Non sanno cosa vuol dire tribolare... Tutte rose e fiori, per loro.Avessero la mia croce da portare!".
Il Signore aveva sempre ascoltato con molta pazienza i lamenti dell'uomo. E, una sera, lo aspettò sulla porta di casa.
"Ah, sei tu, Signore?" disse l'uomo, quando lo vide. "Non provare a rabbonirmi. Lo sai bene quant'è pesante la croce che mi hai imposto". L'uomo era più imbronciato che mai.
Il Signore gli sorrise bonariamente."Vieni con me. Ti darò la possibilità di fare un'altra scelta", disse.
L'uomo si trovò all'improvviso dentro una enorme grotta azzurra.
L'architettura era divina.Ed era tempestata di croci:piccole, grandi, tempestate di gemme,lisce,contorte.
"Sono le croci degli uomini", disse il Signore,"scegline una".L'uomo buttò con malagrazia la sua croce in un angolo e, fregandosi le mani, cominciò la cernita.
Provò una croce leggerina. ma era lunga e ingombrante.Si mise al collo una croce da vescovo, ma era incredibilmente pesante di responsabilità e sacrificio.
Un'altra, liscia e graziosa in apparenza, appena fu sulle spalle dell'uomo cominciò a pungere come se fosse piena di chiodi.
Afferrò una croce d'argento, che mandava bagliori, ma si sentì invadere da una straziante sensazione di solitudine e abbandono.
La posò subito. Provò e riprovò, ma ogni croce aveva qualche difetto.
Finalmente, in un angolo semibuio, scovò una piccola croce, un po' logorata dall'uso. Non era troppo pesante, né troppo ingombrante.Sembrava fatta apposta per lui. L'uomo se la mise sulle spalle con aria trionfante. "Prendo questa!", esclamò. Ed uscì dalla grotta.
Il Signore gli rivolse il suo sguardo dolce dolce. E in quell'istante l'uomo si accorse che aveva ripreso proprio la sua vecchia croce: quella che aveva buttato via entrando nella grotta. E che portava da tutta la vita.

Bruno Ferrero, Il canto del grillo



"Come in un sogno mattutino, la vita si fa sempre più luminosa a mano a mano che la viviamo, e la ragione di ogni cosa appare finalmente chiara"

(Ricther)

6 commenti:

jasmine ha detto...

con questo racconto mi hai fatto venire in mente l'eremo di san Francesco dove, in una grotta, le persone ripongono una croce che simboleggia quella che ognuno di noi ha dentro di sè.
Ognuno di noi ha una croce: grande o piccola che sia siamo chiamati a viverla meglio che possiamo.
Ciao penelope e buon pomeriggio!

Matteo Mazzoni ha detto...

Bello! Grazie di averlo pubblicato! La Pace

Alberto ha detto...

Le tue parole mi sembrano sempre dei vestiti fatti su misura per la mia anima...
GRAZIE. ;-)

Il tuo blog sarebbe da copiaincollare tutto, sono fortunato ad avere il privilegio di conoscerti e poterti leggere.

Un abbraccio amicale :-)

Viviana B. ha detto...

Ciascuno di noi ha una croce da portare. Che sia credente o meno, ogni uomo ha il suo fardello. Io, nella fede, trovo sollievo ed il motivo per cui val la pena portare il mio fardello. Che so essere commisurato alle mie forze.
Tengo la mia croce, conscia del fatto che ciascuno ha la propria. E, anzi, vedendo certe "croci" attorno a me, la mia mi pare talvolta persino lieve e dolce...
Grazie per queste tue parole.
Se permetti, verrei linkarle in un mio post. Fammi sapere se per te va bene.
Ciao!

Viviana B. ha detto...

Ciao!
Da me c'è un premio che ti aspetta... Grazie ancora, di tutto!
A presto.

Lidia M. Domes ha detto...

Precioso relato!!!

Un abbraccio.

Lidia